DESCRIZIONE:
Il territorio della Costa Viola corrisponde all’ultimo tratto del litorale tirrenico, esattamente nel punto in cui l’Italia termina e il mare prende il posto della terra. La zona, estesa per una lunghezza di circa 35 km lungo la costa, dal basso Tirreno fino all’incantevole stretto di Messina, è stata descritta, con grande ammirazione da Eduard Lear, nel suo viaggio in Calabria del 1847, come un paesaggio ammaliante. Il nome particolare pare sia stato attribuito addirittura da Platone, che rimase affascinato dal colore blu del mare, tendente al viola verso il tramonto. Un grande scrittore come Leonida Repaci l’aveva definita invece, il “piccolo paradiso”, per le sue acque cristalline, con le diverse sfumature di blu, dall’azzurro del mare vicino alla costa fino al cobalto intenso in prossimità dello stretto. A picco sulla costa si affacciano i terrazzamenti, delimitati dalle armacie, antichi muretti a secco, eretti per proteggere le vigne coltivate a greco, mantonico e magliocco. Questa è anche la terra dell’antico mito omerico di Scilla e Cariddi, i due mostri dello Stretto di Messina; la leggenda narra che la prima fosse una bellissima ninfa, trasformata dalla maga Circe in un terribile mostro con dodici piedi e sei teste, che visse nascosta in una spelonca nel mare, poi trasformata in roccia. Dal lato opposto dello Stretto viveva, invece, Cariddi, il mostro che succhiava l’acqua del mare per poi buttarla sulle navi di passaggio, facendole naufragare. Una curiosità legata allo stretto è il fenomeno della fata morgana, che si verifica in alcuni giorni dell’anno particolarmente limpidi, grazie al quale gli edifici presenti lungo la costa siciliana si riflettono sul litorale reggino e viceversa, per cui sembra che l’acqua scompaia.
Da Visitare:
Sono molte le attrazioni turistiche e i luoghi da visitare, dalle splendide spiagge antistanti i rilievi granitici della costa, ricca di baie e insenature con fondali ricchissimi di vegetazione e creature marine, come i coralli neri a Scilla e rossi a Palmi, fino a importanti siti architettonici e archeologici. Sicuramente meritano più di una sosta le piccole spiagge di Scilla, con l’antico borgo marinaro di Chianalea, dove si possono ancora oggi ammirare le caratteristiche case dei pescatori. Da non perdere la cittadina di Palmi, sovrastata dal colle di Sant’Elia e bordata dalle spiagge della Tonnara e di Scinà, affacciate sul Tirreno; quella di Bagnara, le cui rinomate spiagge sono incorniciate da costoni rocciosi che hanno creato delle grotte naturali, come quelle del Monaco e delle Rondini; Taureana con la cripta paleocristiana e la chiesa di San Fantino, oltre alla zona bizantina di Tarditi.
Nella zona è possibile anche seguire un ideale tragitto, seguendo il percorso delle antiche fortificazioni presenti in alcuni comuni dell’area: Bagnara con la sua antica tradizione del pesce spada, è conosciuta anche per la sua Torre Ruggiero, risalente al periodo aragonese, costruita per difendersi dai Saraceni nel XVI secolo; Palmi con la Torre dei Saraceni, conosciuta anche come la Torre delle Pietre Negre, che fu eretta nel 1565 su uno sperone di roccia, dal Duca di Seminara Carlo II Spinelli; Scilla con il suo splendido Castello Ruffo. Altra attrazione sono gli spettacolari Bronzi di Riace, la cui storia è conosciutissima in tutto il mondo, dal loro ritrovamento, al restauro fino alla loro definitiva collocazione presso il Museo Archeologico di Reggio Calabria. Reggio Calabria è una città ricchissima di luoghi da visitare; il suo lungomare è un luogo a dir poco incantato, dove si possono ammirare insediamenti archeologici greco-romani e piante secolari che offrono frescura a chi si sofferma ad osservare uno degli scenari più belli d’Italia: lo specchio d’acqua che delimita lo Stretto e la costa siciliana di Messina. Sempre sul lungomare, ci si imbatte nelle monumentali sculture moderne di Rabarama e nelle preziose facciate degli antichi palazzi nobiliari. Risalendo, si possono ancora oggi ammirare i resti molto ben conservati dell’antico castello aragonese, costruito e rimaneggiato in vari periodi a partire dal IX secolo e successivamente passato sotto l’egida dei vari dominatori che si sono avvicendati nella città, dal periodo normanno di Roberto il Guiscardo nel 1039, fino a quello spagnolo di Ferdinando d’Aragona nel 1440.
Storia e cultura
Il percorso è costellato dai resti delle antiche civiltà che si sono succedute nella zona, dagli antichi fenici e greci fino ai Borboni. I fondali di Cala Janculla a Seminara, della Pietrosa e Capo Barbi a Palmi, sono pieni di tesori archeologici, a testimonianza delle antiche popolazioni.
Tutti i paesi lungo la costa mostrano caratteristiche e tradizioni che rimandano alle antiche civiltà come l’antica pesca al pesce spada, risalente all’epoca fenicia, effettuata ancora oggi con gli antichi luntri, tipica imbarcazione utilizzata appunto per tale attività. Presenze neolitiche sono visibili nell’insediamento rupestre di Tarditi, fino al periodo paleocristiano, di cui tracce si ritrovano nel sito di Taureana. In epoca borbonica e fino agli inizi del ventesimo secolo, l’intera area è stata interessata da devastanti terremoti che ne hanno cambiato il profilo morfologico, dando origine ad una nuova ricostruzione, soprattutto in epoca borbonica, durante la quale vennero edificati i primi edifici antisismici nella storia italiana, le cosiddette “case baraccate”, ben visibili ancora oggi in alcuni quartieri della città di Reggio Calabria.