Foto di copertina Piana del Monaco
DESCRIZIONE
Il territorio ricade nella la Piana di Lamezia, una delle più ampie e fertili pianure calabresi. Si estende alle spalle dell’omonimo golfo da cui la separano chilometri di ampie spiagge sabbiose. Un tempo sommersa dal mare, fu in seguito caratterizzata dalla presenza di vaste distese di boschi. Geomorfologicamente è una pianura alluvionale che si estende per 120 Kmq, compresa fra il promontorio di Capo Suvero a nord e la foce del fiume Angitola a sud. In questo punto, che è il più stretto dell’Italia, solo poco più di trenta chilometri di terra separano la costa tirrenica da quella jonica, nelle giornate più limpide dall’alto dei promontori è possibile ammirare contemporaneamente, i due golfi, quello di Squillace ad oriente, quello di Sant’Eufemia ad occidente. Laa catena costiera, costituita dai Monti del Reventino, dal monte Mancuso e dal monte Sant’Elia fanno da cornice al golfo di Sant’Eufemia, da cui sono ben visibili le isole Eolie. Il centro urbano più grande della zona è il comune di Lamezia Terme, nato dall’agglomerazione amministrativa di tre preesistenti comuni, Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia, ognuno dei quali ha una storia diversa e antica.
Da visitare
I segni delle varie dominazioni e civiltà succedutesi sono ben evidenti nel patrimonio archeologico, artistico e culturale dell’intera area. Nel comune di Maida sono stati ritrovati manufatti risalenti al Paleolitico; nel Parco Archeologico dell’antica Terina a Nocera Terinese, inaugurato nel 2016, si possono ammirare i resti di edifici dell’epoca magno-greca e la complessa struttura di raccolta e utilizzo dell’acqua piovana, dell’antica cittadina; a Cortale si trova il monastero basiliano del 1070, intitolato a San Michele e ai SS. Anargiri (i santi Cosma e Damiano), di epoca medievale-bizantino; al periodo tardo-medievale, risale la Chiesa di San Rocco, a Girifalco; questa fu edificata accanto ad una fontana, secondo la leggenda, costruita dal diavolo, ma in realtà opera di scalpellini, che la adornarono con simboli gnostici, in contrasto con la stessa Chiesa . All’epoca spagnola del Regno delle Due Sicilie risale il Bastione dei Cavalieri di Malta, perfettamente conservato, nei pressi di Gizzeria Lido; si tratta di una torre a pianta rettangolare, eretta, per volontà del viceré Don Pedro da Toledo, dai Cavalieri di Malta, l’ordine di San Giovanni Gerosolimitano, che in quel periodo controllava un lungo tratto di costa, dalla foce del Savuto fino al torrente Turrina. Ben più di una semplice sosta meritano le Terme di Caronte a Lamezia Terme, apprezzate dagli antichi popoli che in questi luoghi dimorarono; trattasi di sorgenti di acqua sulfurea che naturalmente raggiunge i 39 gradi, ubicate a pochi chilometri dal mare, in una vallata circondata da foreste secolari di castagni, querce e pini.
Storia e cultura
L’omerico racconto definì questa zona come “costa dei Feaci”; infatti, la storia lega questo territorio alla narrazione contenuta nell’Odissea, secondo cui, il naufrago Ulisse venne gettato sull’impervia costa degli Dei, nei pressi dell’odierna Capo Vaticano e cercando riparo in una zona più pianeggiante, percorrendo la foce di un fiume, presumibilmente l’Amato, giunse appunto nella piana di Lamezia. Numerosi sono i ritrovamenti che testimoniano un antico passato, risalente al periodo della Magna Grecia in Calabria, in primis i resti dell’antica cittadina di Terina. Questa fu presumibilmente fondata fra il VI e il V sec. a.C. da coloni Crotoniati che dal mar Ionio intendevano espandersi verso il mar Tirreno, nella valle alluvionale del torrente Bagni, nei presso della frazione di Sant’Eufemia. L’antica Terina aveva raggiunto sicuramente un grande splendore, come attestato dalle monete ritrovate negli scavi archeologici, alcune delle quali recanti l’effige della ninfa Ligea, ritrovata, secondo la leggenda, sulle sponde del golfo di Sant’Eufemia. La città probabilmente, era frequentata per la presenza delle terme di acque sulfuree, ancora oggi molto affollate. Successivamente, come molte delle città magno-greche in Calabria, cadde sotto il dominio dei Siracusani fra il V e il IV sec. a.C.; i Bruzi la conquistarono nel III sec. a.C., per poi passare nel 272 a. C. sotto il potere di Roma, al termine della guerra contro Taranto e finire annientata da Annibale nel 203 a.C.. Oltre all’evidente influenza greca, sono presenti nel territorio, influenze normanne e tardo medievali, fino a quelle borboniche.